Curiosità, economia, tecnologia.

Le industrie Tech al terzo posto tra le preferite in Italia

Il periodo che va dall’inizio del 2020 ai primi mesi del 2022 ha visto letteralmente esplodere i fatturati delle aziende tecnologiche italiane di ogni dimensione. Omnicom PR Group, società di consulenza strategica in comunicazione, ha pubblicato il proprio studio dal titolo Post-Invasion 2022/2023, nel quale ha analizzato la reputazione di otto settori chiave dell’economia italiana.
Agli otto settori lo studio ha associato 64 brand, valutati attraverso le “lenti” di oltre 2.000 consumatori. Sia per il Tech sia per gli altri comparti lo studio approfondisce la differenza tra aspettative ed esperienze degli italiani.

Sul podio Automotive, GDO e Tech 

Ai notevoli successi economici del settore tecnologico, ridimensionati però a partire dalla seconda metà dello scorso anno, si è accompagnata anche una comunicazione che ha supportato efficacemente la percezione del settore. Le industrie attive nell’ambito Tech hanno infatti svolto un ruolo fondamentale durante le fasi più acute della pandemia, salvando letteralmente il business di molte aziende e garantendo una parvenza di normalità nelle relazioni sociali delle persone. Di fatto il Tech, con il 42,6% dei consensi, è il terzo settore più amato in Italia tra gli otto analizzati, posizionandosi dietro solo ad Automotive (44,7%) e GDO (42,9%), ed è al secondo posto nella classifica del minor gap tra aspettative dei consumatori ed esperienza concreta.

Emerge la scarsa attenzione dedicata a sostenibilità, sicurezza e tutela dei dati

La combinazione delle preoccupazioni per il conflitto in Ucraina, la crisi energetica e l’incremento dei prezzi di materie prime e beni a causa dell’inflazione porta, però, per la prima volta a relegare l’innovazione tecnologica fuori dalla top 3 delle priorità attese nei vari settori. Emerge infatti con prepotenza l’insufficiente attenzione che il settore dedica ai temi della sostenibilità ambientale, insieme a una accresciuta preoccupazione per la sicurezza e la tutela dei dati da parte del 51% degli italiani. Il Tech perciò è il settore in cui il gap tra le aspettative dei consumatori e le esperienze effettive offerte dai brand risulta minore, seppure rimanendo in territorio negativo. In generale, considerando tutti e 9 i driver, le aziende tecnologiche si classificano al secondo posto assoluto riguardo alla minore differenza tra aspettative ed esperienze.

“Ingaggiare più efficacemente Millennials e GenZ”

“Se i brand Tech vogliano capitalizzare l’attenzione e la centralità guadagnate, e dar seguito alle impegnative promesse del periodo pandemico, devono agire coniugando azione e comunicazione – dichiara Eros Bianchi, OPRG Vice President e Tech Industry Lead di Omicom -. Ciò significa continuare a operare nella giusta direzione, come riconosciuto dai consumatori, focalizzandosi proprio su un’innovazione concreta e percepita, per poi comunicare in maniera chiara e maggiormente inclusiva quanto di positivo è stato fatto per cambiare in meglio la società e la quotidianità di tutti. In questo senso è fondamentale ingaggiare più efficacemente popolazioni come i giovani Millennials e la Generazione Z, ora poco interessate alle problematiche del settore, ma che rappresentano il suo futuro, sia come consumatori sia come potenziali professionisti”.

WhatsApp silenzierà le chiamate da sconosciuti 

Lo segnala il sito di esperti WabetaInfo: WhatsApp sta lavorando per introdurre un’opzione per silenziare, in automatico, le chiamate in arrivo da numeri sconosciuti. Attualmente in fase di sviluppo per la versione Android della piattaforma, la funzione ha l’obiettivo di ridurre al minimo le interruzioni tra le chat, evitando potenzialmente le chiamate spam e quelle pubblicitarie. La funzionalità sarà identificata da un menu aggiuntivo nelle impostazioni di WhatsApp, e se abilitata, silenzierà tutte le chiamate provenienti dai numeri non presenti nella rubrica dell’utente. Le chiamate, quindi, non saranno bloccate ma solo silenziate: i numeri chiamanti appariranno comunque nell’elenco ‘chiamate’, che si trova nella barra superiore dell’app, al fianco di Chat e Stato.

Una questione di privacy

La piattaforma di messaggistica istantanea sta anche lavorando a uno strumento di newsletter, che consentirebbe agli iscritti di ricevere facilmente aggiornamenti da persone e gruppi, come amministrazioni locali, squadre sportive e altre organizzazioni. La funzione renderebbe facile raggiungere un numero indefinito di utenti e pertanto non dovrebbe essere protetta dalla crittografia end-to-end. Tuttavia, il numero di telefono degli utenti che creano e si iscrivono a una newsletter sarà nascosto per questioni di privacy, riporta Ansa.

Uno strumento che protegge la community di WhatsApp

La funzione per silenziare le chiamate da sconosciuti presenta numerosi vantaggi, come la riduzione delle interruzioni e la potenziale prevenzione delle chiamate non desiderate.
Uno dei problemi che affligge le community di WhatsApp è infatti la possibilità di essere raggiunti da chiunque faccia parte della community, visto che il numero di telefono del creator è sempre visibile. Questo comporta un serio problema perché chiunque potrebbe chiamare il creatore di una community, anche senza un valido motivo, indipendentemente dal fatto che abbia il permesso di farlo.

Una barriera allo spam e ai truffatori

La nuova funzionalità può anche aiutare gli utenti a ridurre significativamente le chiamate spam. Negli ultimi anni le chiamate spam da parte di truffatori sono diventate un problema crescente, e le app di messaggistica istantanea non fanno eccezione. Anche le chiamate spam possono infatti essere pericolose: i truffatori possono chiamare gli utenti per rubare informazioni personali, indurre le persone a effettuare pagamenti o fornire dati sensibili. Tuttavia, WhatsApp offrirà la possibilità di bloccare e segnalare queste chiamate, e grazie a questa nuova funzione, gli utenti di WhatsApp potranno finalmente evitare di ricevere chiamate da numeri sconosciuti disattivandoli. In ogni caso, riferisce wabetainfo.com, questa funzione è ancora in fase di sviluppo, quindi non è pronta per essere rilasciata ai beta tester.

Mercato Telecom, trend globali 2022 e prospettive 2023

Il 2022 è stato un anno difficile per il settore della Telefonia, che nel complesso ha dovuto fare i conti con una contrazione. A livello globale il mercato ha infatti chiuso il 2022 con un calo del -9,7% a valore rispetto all’anno precedente, anche se alcune categorie hanno continuato a registrare buoni risultati.
“Avevamo già previsto per il 2022 un effetto saturazione dopo le forti vendite negli anni della pandemia, ma il prolungarsi della debolezza del mercato cinese ha avuto un impatto significativo sui risultati”, conferma Jan Lorbach, esperto GfK per il settore Telecom.
In controtendenza il mercato italiano, che secondo i dati GfK ha chiuso il 2022 con una crescita complessiva del +4%. Rispetto all’anno precedente, sono cresciuti a valore sia gli Smartphone (+2,7%) sia i Wearable (+8%).

Smartphone, cresce la domanda dei dispositivi premium

Anche il segmento degli Smartphone, compresi i Phablet, a livello globale ha registrato un calo della domanda (-9,1% rispetto al 2021), per un totale di 908 milioni di unità vendute, così come i ricavi (-10,2%), pari a 330 miliardi di dollari. Nel 2022 il mercato è stato sostenuto principalmente dai consumatori con reddito medio-alto, che rappresentano il 48% di tutti gli acquirenti di smartphone. Di conseguenza, aumenta la domanda di dispositivi premium: il fatturato dei modelli 5G è cresciuto dell’1,2% e quello degli smartphone con capacità superiore a 256 GB del 19%, pari al 41% del fatturato totale del mercato nel 2022. Nonostante la tenuta del segmento premium, il numero totale di acquisti è diminuito. Un trend particolarmente evidente per la GenZ, che estende consapevolmente il ciclo di vita dei propri dispositivi.

Wearable stabili, Visori AR/VR -15%

Uno dei pochi segmenti del comparto rimasto stabile è quello dei dispositivi indossabili. Con 13,9 miliardi di dollari di fatturato, il mercato dei Wearable ha raggiunto quasi lo stesso livello dell’anno precedente (-1,1%). Alcuni dei segmenti più popolari hanno perso terreno (Health e Fitness tracker -31%), mentre altri hanno avuto maggiore successo (Smartwatch +21%). Questi cambiamenti sono legati alla domanda crescente di soluzioni smart per il controllo della salute, come la possibilità di misurare il livello di stress (EDA). Lanciati nel quarto trimestre 2021, questi dispositivi rappresentano già il 16% del fatturato del mercato dei Wearable, e continuano a crescere.
Al contrario, nel 2022 le vendite di visori VR nel mercato europeo diminuiscono del -15%: il primo calo in assoluto dopo anni di crescita a doppia cifra.

Le previsioni per l’anno in corso

GfK prevede un 2023 più forte per il settore Telecom. La Cina, il mercato più grande, dovrebbe riprendersi e trainare la crescita a livello internazionale. Gli sviluppi all’interno delle tre principali categorie di prodotti avranno un impatto positivo, ma nonostante l’allungamento del ciclo di vita gli smartphone acquistati nel 2020/2021 entreranno quest’anno nella finestra di sostituzione.
Per quanto riguarda i Wearable, il mercato sarà trainato dalla nuova generazione di sensori per l’Health Tracking. Inoltre, si prevede una crescita dei ricavi per il segmento Smartwatch.
Nel 2023 la realtà virtuale e aumentata poi dovrebbero crescere oltre l’area del gaming. Uno dei segmenti con maggior potenziale per i prossimi anni.

Customer Engagement, perchè è strategico in tutti i processi di acquisto?

Parola d’ordine, Customer Engagment. E’ questo, oggi, l’aspetto strategico più importante in tutte le fasi del processo di acquisto. Di cosa si tratta? In parole semplicissime, è l’esperienza che il cliente vive prima, durante e dopo l’acquisto. E le aziende non possono più prescindere da questo passaggio.

Il peso dell’esperienza complessiva

In qualunque processo di acquisto, il prodotto o il servizio rivestono naturalmente un ruolo chiave nelle scelte dei consumatori, ma oggi l’esperienza complessiva offerta da un’azienda o da un brand è altrettanto determinante. Sia che si tratti di un acquisto in un punto vendita fisico sia online, infatti, la relazione che viene instaurata con il cliente può influenzare in modo decisivo il suo comportamento presente e futuro. Il Customer Engagement, che letteralmente significa “coinvolgimento del cliente” e si riferisce all’insieme di attività finalizzate a creare e consolidare la relazione con lo stesso, è diventato sempre più strategico.

Cosa devono fare le attività di Customer Engagement

Le attività di Customer Engagement devono, quindi, mirare a creare conversazioni di qualità con il cliente, che dovrebbe poter scegliere come e quando interagire con l’azienda. Per farlo ci si può avvalere del Conversational Messaging e mettere così a disposizione strumenti incentrati sul mobile quali WhatsApp o SMS, dando agli utenti la possibilità di dialogare con l’azienda nella maniera più immediata, semplice e personalizzata possibile, in tutte le fasi del processo d’acquisto. Tenuto conto che, secondo una recente indagine di Esendex, nell’ultima settimana quasi sette italiani su dieci (il 66%, e oltre il 44% solo negli ultimi tre giorni) hanno contattato, per varie ragioni, un’azienda, e considerando il ruolo che lo smartphone ha stabilmente assunto nelle relazioni con familiari, amici e colleghi, diventa evidente la necessità di utilizzare al meglio i canali di messaggistica per “avvicinare” l’azienda al cliente e rafforzarne la relazione.

Conversazioni di valore

“Per aumentare il valore delle conversioni è sempre più necessario creare conversazioni di valore, durante tutto il processo d’acquisto”, dichiara Carmine Scandale, Head of Sales di Esendex Italia, che continua: “In un mondo ormai intrinsecamente mobile, in un’ottica di Customer Engagement una delle strategie più efficaci consiste oggi nel far leva sul Conversational Messaging che consente di dar vita a conversazioni del tutto personalizzate e favorire un rapporto di fiducia tra il cliente e l’azienda, rendendola ai suoi occhi più efficiente e familiare”.

Pmi e grandi aziende europee aumenteranno il budget per la sicurezza IT 

Il crescente interesse delle aziende per la cybersecurity, dovuto all’aumento dell’uso delle tecnologie digitali e al panorama delle minacce in continua evoluzione, ha già portato a miglioramenti nella sicurezza informatica. La complessità crescente dell’infrastruttura It, la necessità di migliorare il livello di competenze specialistiche in materia di sicurezza, e l’incertezza geopolitica o economica sono i principali fattori che spingono le aziende europee di tutte le dimensioni a investire nella cybersecurity. Il report annuale It Security Economics di Kaspersky suggerisce quindi che al fine di affrontare una serie di criticità i budget It per la cybersecurity nei prossimi tre anni sono destinati ad aumentare fino al 10%.

La spesa It di Pmi ed enterprise

In Europa il budget medio dedicato alla cybersecurity nel 2022 è stato di 1.8 milioni di euro per le enterprise, con 6.30 milioni di euro stanziati per l’It in generale, mentre le Pmi hanno investito 140.000 euro nella sicurezza It, a fronte di un budget medio di 350.000 euro. Tra le ragioni che spingono ad aumentare i budget per la sicurezza informatica gli intervistati hanno evidenziato soprattutto la complessità dell’infrastruttura It (45,8% e Pmi e 53,7% enterprise) e la necessità di migliorare il livello di competenze specialistiche in materia di sicurezza (36,8% Pmi e 33,7% enterprise).

La protezione dei dati diviene più complessa

I potenziali nuovi rischi dovuti a una maggiore incertezza geopolitica o economica sono stati evidenziati come motivi di aumento degli investimenti dal 28,2% delle Pmi e dal 33% delle enterprise.
Il budget aggiuntivo si presume possa aiutare le aziende ad affrontare problemi più importanti legati alla sicurezza informatica. Quest’anno, la metà (50,9%) delle aziende ritiene che i problemi legati alla protezione dei dati siano i più complessi. La seconda preoccupazione, evidenziata dal 33,5% degli intervistati, è il costo della protezione di impianti tecnologici sempre più complessi, seguito dai problemi legati all’adozione di infrastrutture cloud (35,8%).

Aziende più consapevoli della cybersecurity

“La continuità aziendale dipende sempre dalla sicurezza delle informazioni – commenta Ivan Vassunov, VP, Corporate Products di Kaspersky. Al giorno d’oggi, quando le infrastrutture diventano più complesse e gli attacchi informatici più sofisticati, le aziende stanno diventando più consapevoli della cybersecurity e comprendono meglio la necessità di proteggere ogni asset all’interno dell’azienda. Le normative statali sono un altro fattore importante che influenza la crescita dei budget destinati alla sicurezza It. Queste aziende sono tenute a proteggere loro operazioni e i loro dati, a volte le autorità di regolamentazione impongono normative più stringenti per l’intero mercato verticale o per il settore”.

Intelligenza Artificiale: nel 2022 in Italia 500 vale milioni di euro

Il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia nel 2022 ha raggiunto 500 milioni di euro, crescendo del 32% in un solo anno. Il 73% è stato commissionato da imprese italiane (365 milioni di euro) e il 27% è rappresentato da export di progetti (135 milioni di euro). Nonostante il difficile contesto internazionale, per il comparto dell’AI il 2022 è stato un anno da record, caratterizzato dai continui progressi nelle capacità delle macchine e dagli exploit di Dall-E2 e ChatGPT, che in poche settimane hanno coinvolto decine di milioni di utenti, e mostrato al grande pubblico le potenzialità di questa tecnologia. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano.

Il 61% delle grandi imprese ha già avviato almeno un progetto di AI

A dimostrazione dell’ormai ampia diffusione di questa tecnologia, oggi il 61% delle grandi imprese italiane ha già avviato almeno un progetto di AI, il 10% in più rispetto a cinque anni fa. E tra queste, il 42% ha in cantiere più di un progetto operativo. Tra le Pmi, invece, il 15% ha almeno un progetto di AI avviato (nel 2021 era il 6%), quasi sempre uno solo, ma una Pmi su tre ha in programma di avviarne di nuovi nei prossimi due anni.

Le aree di applicazione

La quota più significativa del mercato dell’Intelligenza Artificiale italiano (34%) è legata a soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), soprattutto per realizzare previsioni in ambiti come la pianificazione aziendale, la gestione degli investimenti e le attività di budgeting. Ma è importante anche l’area di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato, la cosiddetta Language AI (28%) a cui afferiscono, nella classificazione dello studio, le classi di soluzioni NLP e Chatbot. In quest’area vi sono, ad esempio, le applicazioni di Generative AI come ChatGPT o DALL-E2, che consentono di estrarre ed elaborare automaticamente informazioni anche da documenti come atti giudiziari, contratti o polizze, o per analizzare le comunicazioni interne o esterne, ad esempio, mail, social network, web.

Recommendation System, Computer Vision e Intelligent Robotic Process Automation 

Il 19% del mercato comprende poi l’area degli algoritmi, che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System). Inoltre, il 10% del mercato va alle iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione. Una quota pari al 9% è invece destinata alle soluzioni con cui l’Intelligenza Artificiale automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi, ovvero, l’Intelligent Robotic Process Automation.

Gli italiani e la lettura digital: preferite le riviste di gossip, arredo e lifestyle

Gli italiani si confermano dei buoni lettori di riviste e quotidiani. Magari non saranno i migliori utenti dell’edicola e dei prodotti cartacei, però dimostrano di apprezzare le opportunità di lettura offerte dal digital. E’ quanto evidenzia una recente analisi di Readly, l’app per la lettura di riviste e quotidiani in digitale, che ha redatto un report annuale sulle tendenze di lettura, evidenziando tematiche e comportamenti per l’anno appena concluso. A livello globale, 286.000 pubblicazioni digitali sono stati lette 146 milioni di volte sulla piattaforma, con un incremento del 23% dei lettori di quotidiani che utilizzano l’app, rispetto al 2021. In particolare, si evidenzia che l’utilizzo dei dispositivi mobili è stato del 20% per le riviste e del 17% per i quotidiani

Quando e cosa si legge?

In base ai dati raccolti dalla piattaforma, si scopre che il momento preferito per leggere le riviste è il giovedì alle 18.00, mentre per i quotidiani è alle 7.00 della domenica. I lettori italiani hanno letto nel 2022 1,7 milioni di pubblicazioni sulla app. In media hanno dedicato mensilmente 4,6 ore alla lettura di riviste e 3,1 ore alla lettura di quotidiani. Rispetto al 2021, questo parametro è in crescita del 38%. Ma cosa amano leggere i nostri connazionali? Soprattutto riviste di evasione, come confermano le percentuali. Le più popolari tra gli abbonati italiani sono state le riviste di “Gossip e Intrattenimento”, lette dal 15% del pubblico, in crescita del 6% rispetto al 2021. Seguono le testate di “Lifestyle”, lette dall’11% degli abbonati italiani di Readly. Al terzo posto, le riviste dedicate a “Interior design e architettura”, preferite dal 10% dei lettori italiani.

Voglia di evasione e di ispirazione 

“A livello globale, l’inflazione e l’incertezza economica causate dal conflitto in Ucraina, hanno portato a un picco di lettori per quotidiani, testate di attualità e politiche. Il 2022 è stato un anno politico turbolento in molti paesi e, di conseguenza, gli abbonati hanno fatto affidamento sul giornalismo di qualità disponibile su Readly per tenersi informati e aggiornati”, afferma Marie Sophie Von Bibra, Chief Marketing Officer della piattaforma. “Dall’altra parte, vediamo che i lettori italiani hanno trascorso tempo sulla app Readly prevalentemente per la lettura di notizie di cronaca rosa e di avvenimenti relativi alle celebrities, probabilmente come momento evasione per staccare la spina in periodi particolarmente intensi e in un clima generale difficile e incerto. Le riviste di Lifestyle e Interior Design hanno certamente aiutato gli italiani a trarre ispirazione per un cambiamento di stile personale e nelle abitazioni, che è ancora una volta una conseguenza di una combinazione di eventi attuali”.

Gli utenti Internet si fidano dell’Intelligenza Artificiale?

Un sondaggio internazionale di Ipsos condotto in 20 Paesi mostra una diminuzione della fiducia degli utenti Internet riguardo alle tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale, e una preoccupazione elevata per la tutela della privacy online. Rispetto al 2019, la fiducia in Internet diminuisce, e quasi la metà degli intervistati (49%) sostiene che regolamentare lo sviluppo e l’uso dell’AI migliorerebbe tale fiducia.Il 50% degli utenti ritiene, inoltre, che la sicurezza online sia adeguata, ma il 79% esprime preoccupazione per la protezione della propria privacy online, un dato invariato rispetto al 2019 (78%). In generale, più della metà degli intervistati (57%) ritiene che Internet sia governato in modo efficace, ma in alcuni Paesi, come Gran Bretagna (45%), Stati Uniti (45%), Francia (41%) e Israele (34%), si registrano percentuali al di sotto del 50%.

Internet e privacy online

Se complessivamente la fiducia in Internet diminuita di 11 punti rispetto al 2019, passando al 63%, e la maggior parte dei Paesi esaminati ha registrato un calo, il calo più consistente e rilevante si nota in Polonia, dove si assiste a un calo di ben 26 punti percentuali (50%). Tra le preoccupazioni relative alla privacy e il rapido declino della fiducia a livello mondiale, gli utenti di Internet chiedono nuove normative per rafforzare efficacemente la protezione della propria privacy online, e vorrebbero avere un maggior controllo sul modo in cui i propri dati personali vengono raccolti e utilizzati.

Le azioni sostenute dagli utenti

Secondo gli intervistati, alcune delle politiche governative sostenute più efficaci per migliorare la fiducia in Internet dovrebbero includere protezione della privacy e dei dati personali (65%), politiche di sicurezza informatica per gli utenti di Internet (64%), definizione di standard che descrivono in dettaglio come le aziende raccolgono (62%) e utilizzano (63%) i dati degli utenti raccolti online. Inoltre, il 61% sostiene la necessità dell’istituzione di politiche che consentano agli utenti di controllare meglio i propri dati 

Cosa sanno gli italiani dell’Intelligenza artificiale?

AI, Metaverso, realtà virtuale, realtà aumentata, Blockchain, Web 3.0 sono solo alcuni esempi delle nuove tecnologie online. Non meno importante è l’ultima frontiera dell’AI, la cosiddetta ChatGPT, che in poco tempo ha conquistato l’attenzione della cronaca e di molti utenti. Una ricerca Ipsos condotta in collaborazione con l’Osservatorio Metaverso rivela che termini quali ‘realtà virtuale’ e ‘Intelligenza artificiale’ sono familiari alla maggioranza degli italiani. In particolare, il 52% afferma di essere a conoscenza di un po’ di cose relative all’Intelligenza artificiale e l’11% di saperne molto sul tema. Al contrario, soltanto il 6% dichiara di non possedere alcuna conoscenza in merito, e un terzo (31%) di averne sentito semplicemente parlare.

Quali sono le barriere all’adozione delle criptovalute?

È l’instabilità uno dei principali freni a una più ampia adozione delle criptovalute. Il calo del mercato nel 2022, unito alle continue attività dannose, ha causato mancanza di liquidità e incertezza sugli investimenti tra i possessori di criptovalute. Queste criticità spaventano i titolari di valute digitali, spingendone alcuni a evitare di investire, o addirittura ad abbandonare del tutto il settore. Una ricerca di Kaspersky ha analizzato le tendenze degli utenti in materia di criptovalute e ha scoperto che quasi la metà teme di perdere denaro a causa della loro volatilità e non utilizza più le valute digitali. Inoltre, alcuni intervistati hanno già registrato perdite di denaro, e di conseguenza hanno smesso di investire.

Il 10% ha già subito perdite a causa di un calo del valore

Il 48% degli intervistati ha dichiarato di temere di usare le criptovalute per non rischiare di perdere il proprio denaro. Purtroppo il 10% degli intervistati ha già subito perdite a causa di un calo del valore della valuta. Allo stesso modo, il 61% che non possiede criptovalute ha dichiarato di rifiutarsi di utilizzarle perché preoccupato di mettere a rischio il proprio denaro. Altri ostacoli all’adozione includono la mancanza di risorse concrete a sostegno delle criptovalute (14%), e il rischio di rivelare dati personali durante un cyberattacco (6%).

Stabilità e sicurezza sono fondamentali per un’adozione più ampia 

Questi risultati, supportati dal fatto che un intervistato su otto non si fida più delle criptovalute, suggeriscono che la stabilità e la sicurezza sono questioni fondamentali per una più ampia adozione. 
Per quanto riguarda le aspettative degli utenti, il quadro è piuttosto eterogeneo. Nella regione Asia-Pacifico, il 41% degli intervistati ha dichiarato che le proprie attese sono state superate, mentre il 35% ha affermato che non sono state soddisfatte. Tuttavia, in Europa, dove i rimpianti per gli investimenti in criptovalute sono stati più comuni, il 41% ha dichiarato che le proprie aspettative sono state soddisfatte solo in parte o per niente, a fronte di un 26% che ha dichiarato che le criptovalute hanno soddisfatto le proprie attese.

“Le prospettive a lungo termine potrebbero essere ancora rosee”

“Nonostante le sfide che il settore delle criptovalute sta affrontando, è importante ricordare che si tratta ancora di uno spazio relativamente nuovo e innovativo con un enorme potenziale – ha commentato Marc Rivero, Senior Security Researcher di Kaspersky’s Global Research and Analysis Team -. Come per ogni tecnologia emergente, ci potranno essere difficoltà di crescita e battute d’arresto, ma le prospettive a lungo termine per le criptovalute potrebbero essere ancora rosee. Dando priorità alla sicurezza, gli investitori in criptovalute possono ridurre al minimo il rischio di perdere denaro o informazioni personali, e proteggersi dalle minacce che dipendono da loro”.

Anno nuovo: quali nuove e sane abitudini digitali seguire?

Tra i buoni propositi da pianificare con l’inizio dell’anno gli esperti di Kaspersky suggeriscono anche cinque abitudini digitali più sane, accorgimenti che oltre a rafforzare la sicurezza dei dati personali, aiutano a ‘semplificare la vita’. Questo è infatti il momento giusto per controllare e cambiare le password, magari avvalendosi di un password manager, o di un generatore automatico di password, che aiuta a generare password uniche e complesse per ogni account, sebbene l’utente dovrà ricordare solo una master password. E per proteggere i dati personali o aziendali è possibile prevenire i furti degli stessi utilizzando servizi che analizzano le ultime fughe, e verificano se contengono i propri dati. I password manager avanzati includono questa funzione, e notificano gli utenti se vengono trovati un login o una password salvata.

Per una maggiore privacy usare una VPN

Un tempo destinate a utenti esperti e aziende, oggi le VPN sono un must per garantire la sicurezza e la privacy dei dati personali online. Le moderne soluzioni VPN soddisfano tutte le esigenze degli utenti, sono facili da usare e forniscono un’elevata velocità di traffico, fino a 4K.  La gamma di scenari possibili per l’utilizzo di una VPN si è notevolmente ampliata. Permette infatti di fare acquisti online in tutta sicurezza, utilizzare servizi di streaming ovunque, o accedere a contenuti locali.
Inoltre, permettono di nascondere il proprio indirizzo IP a siti web e inserzionisti, garantendo maggiore privacy.

Trasferire i documenti in un luogo sicuro

Grazie alla digitalizzazione dei servizi, scansioni e versioni elettroniche dei documenti sono ormai utilizzate con la stessa frequenza degli originali cartacei. Ma come archiviare le versioni elettroniche in modo che rimangano al sicuro e non cadano in mani indesiderate? Creare una cartella sul proprio computer o caricarla su un cloud protetto da password sono opzioni poco sicure. Un’alternativa molto più sicura è archiviare i documenti in un’applicazione di password manager. Si tratta di veri e propri archivi elettronici crittografati, molto più sicuri rispetto alle modalità di archiviazione più tradizionali, perché possono essere decifrati solo con l’aiuto di una password principale conosciuta solo dall’utente.

Scoprire (insieme) gli interessi su Internet dei figli

Oggi i bambini dispongono di dispositivi digitali fin dalla più tenera età, intorno ai cinque anni. Affinché il percorso dei bambini nel mondo digitale sia sicuro è importante insegnare e condividere con loro le regole della sicurezza online fin dall’inizio. Per rendere questi argomenti più piacevoli e interessanti i genitori possono utilizzare giochi e altre forme di intrattenimento. Inoltre, conviene approfondire gli interessi online dei propri figli chiedendo informazioni, ad esempio, sulla loro serie preferita, o ascoltando insieme brani musicali. I software per la protezione dei bambini online possono poi aiutare i genitori a conoscere meglio le attività dei figli, e sviluppare sane abitudini digitali fin da piccoli.