Design Thinking: come creare il futuro desiderabile per le aziende

La ricerca dell’Osservatorio Design Thinking For Business della School of Management del Politecnico di Milano ha individuato tre diversi approcci per le aziende che vogliono immaginare e creare futuri desiderabili: foresight, entrepreneurship-as-design, discursive design. Come processo di innovazione che integra capacità analitiche con attitudini creative, il Design Thinking si sta affermando come supporto per le aziende a immaginare il futuro desiderabile. Per gestire la trasformazione necessaria a creare un futuro desiderabile le aziende devono essere capaci di equilibrio e adattamento strategico. E sono le tecnologie digitali, in particolar modo l’AI, ad aiutare a facilitare il processo creativo.

Tre modi diversi per pensare al futuro

Il foresight è un approccio sistematico e strutturato per pensare al futuro analizzando tendenze, driver e incertezze, e utilizzare queste informazioni creando una gamma di possibili scenari. L’entrepreneurship-as-design implica invece l’applicazione dei principi del pensiero progettuale al processo di imprenditorialità, identificando e creando opportunità che possano portare allo sviluppo di nuovi prodotti, servizi o attività. Un approccio che sottolinea quindi l’importanza di creatività, innovazione e sperimentazione nel processo imprenditoriale.  Quanto al discursive design, si basa sull’idea che il design sia un processo sociale che coinvolge designer, stakeholder e utenti nel processo di progettazione. Considera il design uno strumento non solo per creare prodotti o servizi, ma anche sistemi e strutture sociali.

Adattarsi con strategia ed equilibrio

Per gestire la trasformazione necessaria a creare un futuro desiderabile nelle organizzazioni serve adattamento strategico ed equilibrio nella progettazione del futuro. L’adattamento strategico garantisce che le azioni intraprese per modellare il futuro siano coerenti con la strategia e gli obiettivi generali dell’organizzazione. Equilibrio significa invece garantire che tali azioni siano equilibrate in termini di rischio, complessità e impatto. Nel valutare la progettazione del futuro, l’Osservatorio considera quattro dimensioni: plausibilità (il grado con cui le azioni intraprese per modellare il futuro sono realistiche e fattibili), novità (innovative), significatività (allineate a valori e obiettivi dell’organizzazione), desiderabilità (attraenti e convincenti per le parti interessate). Bisogna poi garantire che abbiano un impatto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).

Un futuro co-progettato da diversi stakeholder  

“I futuri a 5, 10 anni non possono essere predetti, ma devono essere immaginati e co-progettati da diversi stakeholder – spiega Claudio Dell’Era, Direttore dell’Osservatorio Design Thinking for Business -. Inoltre, per renderli possibili devono essere perseguiti attraverso una serie di azioni nell’oggi che influenzano il domani. Proprio per questo l’osservatorio quest’anno ha cercato di comprendere come tre approcci differenti influenzassero la percezione rispetto al desiderio, valore e probabilità di accadimento dei futuri immaginati e modellati, mostrando come un approccio di design possa facilitare tale processo”.

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