Consumi: la spesa dei turisti stranieri nei pubblici esercizi supera i livelli pre-pandemia

È quanto emerge dai dati elaborati da Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi aderenti a Confesercenti, sulla base di elaborazioni su dati del CER e del Centro Studi Turistici di Firenze. La spesa al bar e al ristorante dei viaggiatori stranieri in Italia costituisce il 33% dei loro consumi complessivi, che nel 2023 dovrebbero aver toccato quota 42 miliardi di euro, +7,8% rispetto al 2022.

Nel 2023 hanno visitato il nostro Paese oltre 65 milioni di stranieri, spendendo in media oltre 212 euro a persona in colazioni, pranzi, cene e aperitivi, per un totale di oltre 13,8 miliardi di euro. L’ammontare più alto dal 2019.
Insomma, una massa di vacanzieri nel 2023 ha mostrato di apprezzare il nostro Paese, non solo per le città, i borghi d’arte o le spiagge, ma anche per lo stile di vita. Soprattutto la cucina.

I tedeschi consumano di più

La spesa dei turisti stranieri nei pubblici esercizi è la seconda voce in assoluto dei visitatori esteri in Italia. Subito dopo l’alloggio, che ne assorbe il 36%, per un totale di oltre 15,1 miliardi di euro.
Seguono i trasporti (11%, 4,6 miliardi), ma anche lo shopping nei nostri negozi, cui i turisti hanno destinato circa 4,2 miliardi (10%). Circa il 6%, poco più di 2,5 miliardi, è stato destinato invece ad attività ricreative e culturali, mentre quasi 1,7 miliardi sono stati assorbiti per altre attività e servizi.

In generale, a consumare di più, per un totale complessivo di 6,8 miliardi di euro, sono i turisti tedeschi. Al secondo posto i visitatori in arrivo dagli USA (5,2 miliardi), seguiti da Regno Unito (3,8 miliardi), Francia (3,6 miliardi), Austria (2,1 miliardi), Spagna (1,8 miliardi) e Svizzera (1,6 miliardi).

Una parziale compensazione con il rallentamento della domanda interna

Seguono i viaggiatori del Canada (1 miliardo) e del Giappone (550 milioni), mentre la spesa dei Russi si ferma a 210 milioni. I restanti 15,34 miliardi di euro, invece, arrivano dai viaggiatori degli altri Paesi.

“I viaggiatori stranieri spendono un euro su tre in un pubblico esercizio – commenta Giancarlo Banchieri, Presidente Fiepet Confesercenti -. Una preferenza che ha permesso, nelle mete turistiche, di compensare in parte il rallentamento della domanda italiana e l’aumento dei costi di attività. E che conferma il ruolo fondamentale che i nostri bar, ristoranti, pizzerie e pub svolgono nel nostro turismo”.

L’Italia attira foodie e amanti della buona cucina

“Il sistema dei pubblici esercizi italiani ha caratteristiche uniche al mondo. A partire dalla numerosità, oltre 340mila imprese, dovuta alla scarsa penetrazione delle grandi catene e dalla prevalenza di locali indipendenti e a gestione familiare. Realtà spesso legate alla cucina tradizionale locale, che generano una varietà di offerta sul territorio unica, che rende l’Italia tra le mete più ambite per i viaggi ‘a scopo enogastronomico’ di foodie e turisti amanti della buona cucina – aggiunge Banchieri -. Anche grazie all’aumento di dehors e tavoli all’aperto: un ampliamento avvenuto per ragioni di sicurezza pubblica con la pandemia, ma che è diventato una delle modalità di consumo più gradite”.

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