Tradimento e smartphone: un report svela le app “pericolose”

I nostri telefoni sono sempre più depositari della nostra vita: attraverso i device, infatti, conserviamo e tracciamo tutte le nostre abitudini. Comprese quelle “a rischio”, tradimenti inclusi. Per avvalorare questa tesi, arriva ora un report condotto da Anstel Telecomunicazioni, che ha svelato quali siano le App, apparentemente innocue, che possono invece svelare possibili tradimenti. Partendo dal fatto che, oggi, in circa il 40% delle cause di separazione in Italia, WhatsApp è presente come prova. Ma le applicazioni che potrebbero salire sul banco degli imputati sono molte di più: ecco a quali fare particolare attenzione, considerato che le app possono scambiare una quantità enorme di informazioni sui posti frequentati, i siti visitati e raccogliere moltissime tracce digitali…

Google Maps e le altre con la geolocalizzazione

Non far sapere dove ci si trova è una delle prime regole da rispettare se non ci si vuole far beccare. Ecco perché tra le app causa di litigi e guai di coppia spicca Google Maps (e tutti gli altri sistemi di navigazione): se la geolocalizzazione è attiva, vengono registrati in Cronologia tutti gli spostamenti degli ultimi mesi del telefono, inclusi nomi di ristoranti, alberghi e locali pubblici.Per lo stesso principio anche le app dedicate allo sport possono rivelare informazioni riguardo gli spostamenti, poiché la geolocalizzazione è usata per tracciare le performance dei runner.

Occhio ai messaggi

Se WhatsApp è oramai utilizzata  dalla maggior parte della popolazione, e per questo accessibile e “rischiosa”, esistono delle altre app di messaggistica più discrete. Tra i sistemi di messaggistica alternativi spiccano Viber e Telegram, che sembrano lo strumento più utilizzato in questo momento da chi vuole tenere private le proprie conversazioni. La ragione? Sono meno diffuse e conosciute dal grande pubblico e consentono di cancellare automaticamente i messaggi dopo pochi minuti.

Fenomeno in crescita tra i più giovani

Forse perché più digitali rispetto alle generazioni precedenti, i giovanissimi sono capaci di “manipolare” la loro doppia vita virtuale. Ad esempio, tra i ragazzi è in forte aumento il trend di creare profili falsi sui social per poter comunicare con eventuali ammiratori sfuggendo al radar del partner. In molti casi il profilo falso è utilizzato per testare l’affidabilità del partner stesso e metterlo alla prova facendo avances ed invitandolo ad un finto incontro.

Crescono anche i reati

La mania di controllo, unita alla gelosia, fa sì che le persone – anche inconsapevolmente – commettano dei reati per cercare di scoprire cosa nasconda il partner sul proprio device. Ad esempio, installando software spia su telefoni altrui, un comportamento per cui è stato recentemente condannato un uomo di 57 anni.

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