Ragazzi italiani, lo smartphone già a 10 anni: e il sonno ne fa le spese

I ragazzi, anche quelli giovanissimi, mettono a rischio la qualità del loro sonno a causa dello smartphone. Ecco uno dei principali dati emersi dall’indagine ‘Adolescenti e Stili di Vita’, realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca Iard. La ricerca, condotta con l’Associazione Culturale Pediatri e l’Osservatorio Permanente Giovani ed Alcol, si è svolta tra 2018 e 2019 su oltre 2.000 studenti di terza media. Emerge che circa il 60% dei ragazzini  ha avuto il suo primo cellulare tra i 10 e gli 11 anni e oltre il 28% prima dei 10. Precoce anche l’uso dei social: il 54% inizia infatti tra gli 11 e i 12, e il 12% prima dei 10 anni. Tutto questo spesso senza utilizzare alcuno strumento di protezione del proprio profilo social. “L’essere costantemente in vetrina e psicologicamente dipendenti dal giudizio degli altri – afferma Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza – li rende insicuri al punto di modificare il modo di comunicare tra loro”. Tra i social calano Facebook e Ask Fm, mentre aumentano Instagram, Snap Chat, Telegram e This Crush. WhatsApp è praticamente ‘incorporato’.

Lettura e sport, cosa sono?

Il 34% dei maschi non legge alcun libro (non scolastico) e un ulteriore 38% ne legge al massimo 1 o 2 all’anno. Le cose vanno un po’ meglio tra le ragazze dove c’è un 18% che riferisce di leggere più di 6 libri all’anno. Il trend, rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti, è comunque in costante diminuzione. Viceversa aumentano i sedentari: 1 su 4 non pratica alcuna attività sportiva oltre le due ore settimanali a scuola (era 1 su 5 nel 2017). E questa volta il dato che riguarda le ragazze è peggiore (30% non pratica attività sportiva). La “scusa” più gettonata per giustificare la loro sedentarietà (36% dei maschi e 41% delle femmine) è “non ho tempo”, ma esiste anche un triste 4% di maschi e un 7% di femmine che attribuisce la cosa a problemi economici.

Sonno in pericolo Solo il 6,8% del campione intervistato afferma di dormire almeno 9 ore per notte (il giusto a quell’età), mentre il 20% dorme addirittura meno di 7 ore. D’altra parte andando a letto tra le 22 e le 23 (55%) o dopo le 23 (28%), di tempo per riposare adeguatamente, specie se si è in periodo scolastico, ne resta poco. “Ritardare più del dovuto il momento di andare a dormire – spiega Maria Luisa Zuccolo, responsabile del Gruppo di lavoro adolescenza dell’Associazione Culturale Pediatri – può determinare la comparsa di un vero disturbo del ritmo sonno-veglia dovuto alla mancata sincronizzazione tra ritmo interno (tentativo di dormire in un momento incompatibile col proprio orologio interno) e ritmo imposto dalle esigenze sociali (alzarsi per andare a scuola). Secondo i pochi dati disponibili in letteratura le frequenza di problema, chiamato Sindrome da fase del sonno ritardata, nella popolazione adolescenziale è stimata tra il 7-16%, ma rilevamenti empirici e, soprattutto, i dati di questa ricerca ci descrivono una situazione decisamente più allarmante”. Naturalmente il telefonino, con annesso mondo social, è l’immancabile compagno di sonno e insonnia degli adolescenti. La maggioranza degli intervistati non lo spegne prima di andare a dormire e spesso anche nel corso della notte, messaggia con gli amici. E gli effetti si vedono, perché cambia la quantità e la qualità del sonno di chi dice di spegnerlo prima di andare a letto, rispetto a chi dice di tenerlo acceso ma silenziato o, soprattutto, di lasciarlo acceso e non silenziato. Afferma di dormire meno di sette ore a notte il 14,7% di quelli che lo spengono e il 32,9% di quelli che lo lasciano acceso; così come tra chi lo tiene acceso aumenta la percentuale di chi fa fatica a prendere sonno (69,2% vs 61%)

Fai scoprire il nostro blog!