Imprese italiane e digitale, c’è feeling ma ancora grandi margini di crescita

Il desiderio c’è, diciamo che manca ancora la “pratica”. Le imprese italiane, infatti, sono “orientate alla ricerca di opportunità di innovazione”, ma hanno “ancora scarso feeling con le tecnologie digitali”. A dirlo è il Censimento permanente delle imprese 2019 dell’Istat, che ha preso in esame un campione di circa 280 mila imprese con 3 e più addetti. La rilevazione diretta è stata realizzata tra maggio e ottobre del 2019 e l’anno di riferimento dei dati acquisiti dalle imprese è il 2018.

Tre quarti delle imprese investe in nuove tecnologie

Nel periodo analizzato, spiega il report, oltre tre quarti (il 77,5%) delle imprese con più di 10 addetti ha utilizzato o investito in almeno una delle 11 tecnologie individuate come fattori chiave di digitalizzazione. L’utilizzo congiunto di tali tecnologie è un indicatore, seppur generico, di intensità d’uso del digitale. La maggior parte delle imprese utilizza un numero limitato di tecnologie, dando priorità agli investimenti infrastrutturali (soluzioni cloud, connettività in fibra ottica o in mobilità, software gestionali). Solamente a un più avanzato grado di digitalizzazione, gli investimenti in tecnologia divengono strutturali e maggiormente integrati tra loro. La frequenza massima di imprese (oltre 90 mila su circa 210 mila) si rileva per l’utilizzo di 3 tecnologie delle 11 considerate.

Tecnologia avanzata ancora per pochi

Le applicazioni tecnologiche più complesse, però, si diffondono con maggiore lentezza all’interno delle Pmi italiane. Si ferma infatti al 16,6% la quota di imprese che hanno adottato almeno una tecnologia tra: Internet delle cose, realtà aumentata/virtuale, analisi dei Big Data, automazione avanzata, simulazione e stampa 3D. Leggendo questa percentuale in positivo, significa che comunque il processo è iniziato e, ovviamente, i margini di crescita sono altissimi.

Investimenti maggiori nelle aziende più grandi

A fare la differenza, in termini di investimenti, è poi la dimensione dell’azienda stessa:  hanno effettuato investimenti digitali il 73,2% delle imprese con 10-19 addetti e ben il 97,1% delle imprese con 500 addetti e più. Non ci sono invece scarti significativi per quanto concerne l’area geografica: 73,3% nel Mezzogiorno, al 79,6% nel Nord-est. A livello di macrosettori economici, non stupisce che sia il comparto dei servizi quello più dinamico sotto il profilo della digitalizzazione: le telecomunicazioni (94,2%), la ricerca e sviluppo, l’informatica, le attività ausiliarie della finanza, l’editoria e le assicurazioni mostrano tutti quote di imprese che investono in tecnologie digitali superiori al 90%.

Aziende tecnologiche le più dinamiche

Non sorprende infine che siano le imprese già impegnate in aree come l’Internet delle cose o l’analisi dei Big Data quelle più propense a incrementare i loro investimenti e la loro capacità in tecnologie evolute. È in queste aree che vi è comunque maggiore potenziale di crescita in termini di diffusione (numero di imprese): +180,7% per le tecnologie immersive, +117,6% per la stampa 3D, +111,9% per i Big Data e 109,9% per la robotica.

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