Chi ha paura delle nuove tecnologie?

La maggioranza delle persone è preoccupata e poco favorevole alle tecnologie digitali quando vengono utilizzate per il tracciamento di dati e comportamenti personali. Quanto all’Intelligenza Artificiale, desta timore il suo utilizzo in ambito sanitario in sostituzione di alcune attività svolte normalmente dai medici. Oppure quando si valuta l’eventualità di una perdita del proprio lavoro in seguito all’introduzione di processi di automazione.

A livello globale regnano preoccupazione e ambivalenza, ma con una grande differenza tra i diversi Paesi. La quota di coloro che sono contrari all’uso di app che raccolgono e tracciano dati personali, ad esempio, va dall’80% in Indonesia al 9% in India e Brasile, mentre l’Italia registra il 60% di contrari.

Perdere il lavoro a causa dell’automazione

Si tratta dei risultati di un sondaggio condotto in 40 Paesi da Bva Doxa, in collaborazione con Win, network internazionale di società di ricerca di mercato. Secondo la ricerca, la preoccupazione di perdere il lavoro nei prossimi 10 anni a causa dell’automazione e dell’uso dell’AI è più elevata nei Paesi “low cost” (circa 40% nelle Filippine, Messico, Cina e Malesia). Al contrario, poco più della metà della popolazione mondiale (52%) non è preoccupata, e l’altra metà si divide in due parti quasi uguali fra lavoratori preoccupati (23%) e non lavoratori (25%).

In generale, gli uomini si sentono più sicuri delle donne (57% vs 48%), così come i soggetti più istruiti (67%), gli occupati a tempo pieno (70%) e gli individui di 35-54 anni (59% vs il 51% degli under 35 e il 45% degli over 54).

App e dati personali

Il 39% degli intervistati non fa uso di app che raccolgono e tracciano dati personali e questo rifiuto sale al 50% fra gli over 55 e al 62% fra i meno istruiti. Solo il 19% dichiara di non avere alcun problema a usare questo tipo di app, con valori più alti fra i giovani (25% fra i 18-24 anni) e i più istruiti (23% tra i laureati). Il grado di accettazione e rifiuto di app che fanno uso di dati personali varia enormemente fra i vari Paesi, e va dall’oltre 70% di contrari in Indonesia (80%), Perù (72%) e Vietnam (70%) a meno del 10% in India e Brasile (9%). In Italia i rejectors sono 6 su 10, al quinto posto nel ranking generale.

Intelligenza Artificiale e professioni mediche

L’impiego dell’AI in medicina è rifiutato invece da 3 persone su 10, con un picco di contrari in Germania (43%), e solo il 6% in Cina. Mentre in Italia i contrari sono il 41%. Solo il 7% poi si dichiara favorevole a una totale sostituzione, con valori più alti in India (24%), Libano (22%) e Cina (17%). Ciò potrebbe denotare una minore fiducia nel sistema sanitario di quei Paesi e rappresentare un appello ad un maggiore uso delle tecnologie per la cura dei pazienti. La maggior parte degli intervistati (53%) a livello mondiale però auspica che l’AI sia di supporto ai medici, ma non li sostituisca completamente. Mentre il rifiuto dell’AI in sostituzione dei medici è più alto in tutti i Paesi del G7 (Germania e Italia in particolare) con l’unica eccezione del Giappone (12%).

Fai scoprire il nostro blog!