Università italiane, otto dipartimenti fra i migliori al mondo

Prendiamoci qualche soddisfazione, almeno ogni tanto. L’Italia, anche in questi giorni bistrattata sui media esteri, dimostra invece di avere una marcia in più, almeno per quanto riguarda la qualità della formazione universitaria. La notizia: otto dipartimenti universitari italiani sono risultati tra i primi dieci al mondo, due in più rispetto allo scorso anno. L’ottimo piazzamento degli atenei del Belpaese arriva dalle nuove classifiche universitarie mondiali 2020 messe a punto da QS Quacquarelli Symonds che ha studiato 13.138 programmi universitari in 1368 atenei che si trovano in 83 località in tutto il mondo.

Le eccellenze made in Italy

Tra le eccellenze del Paese ci sono l’Università La Sapienza – Dipartimento di Storia e Storia Antica – che si è classificato al II posto nel mondo; e il Politecnico di Milano, che è al VI posto al mondo per Arte e Design e VII a livello globale per Architettura. A livello europeo l’Italia si classifica quarta come miglior sistema universitario in Europa, superata solo da Francia,Paesi Bassi e Germania oltre che dalla Svizzera (europea ma non parte dell’Ue). Con queste performance, è strano scoprire che il nostro paese – in merito alle prestazioni in quattro settori: reputazione accademica, occupabilità dei laureati, impatto sulla ricerca e sua produttività – è vincente in Europa solo per quanto riguarda il secondo parametro, ovvero l’occupabilità dei laureati. Su questo fronte ci piazziamo infatti al secondo posto, alle spalle della Francia. I nostri laureati insomma piacciono molto per la preparazione che hanno ai datori di lavoro che li assumono; però i numeri relativi agli altri tre parametri vedono l’Italia perdere posizioni.

Il Mit, l’Istituto di tecnologia del Massachusetts è leader mondiale

L’ateneo che si colloca la primo posto mondiale di questa classifica del sapere è stabilmente il Mit, l’Istituto di tecnologia del Massachusetts. L’università americana si conferma leader globale in 12 materie, più di qualunque altro paese al mondo; segue l’Università di Harvard in testa su 11, e l’Università di Oxford su 8. Ma il sistema di istruzione superiore degli Stati Uniti è in regressione: il numero dei primi 50 programmi offerti dalle università americane è sceso da 806 del 2018 a 769 di quest’anno. Al contrario, i programmi universitari del Regno Unito hanno registrato un miglioramento complessivo da un anno all’altro, con più aumenti (306) che diminuzioni (238). “La Brexit non sembra aver ancora messo a repentaglio le prestazioni di ricerca delle università britanniche”, commenta Ben Sowter, direttore della ricerca di QS, il quale aggiunge che “Dopo cinque anni di incessante miglioramento, i nostri dati ci dicono che c’è un rallentamento dei progressi della Cina. Tuttavia, la loro traiettoria è ancora superiore a quella delle università americane”.

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