Trattamento dei dati personali online: italiani preoccupati, ma al digitale non si rinuncia

Sappiamo che gli italiani, specie in queste ultime settimane, sono diventati sempre più digitali e passano gran parte del loro tempo usando tutte le opzioni possibili, fra internet, app, streaming, e-commerce… Solo nell’ultimo periodo, quello del lockdown, l’utilizzo di strumenti digitali è cresciuto addirittura del 20%. Ma quanti dei nostri connazionali sono adeguatamente informati sul trattamento dei loro dati personali e della loro privacy online? Pochi, a dire la verità. A dirlo è una recente indagine di GfK Sinottica, basata su un campione rappresentativo di italiani con più di 14 anni, che fa emergere alcuni elementi interessanti in merito al rapporto fra italiani e queste tematiche.   

Privacy, questa… “sconosciuta”

Anche se quello della privacy è un argomento noto – con  oltre il 90% degli utenti internet che afferma di conoscere o aver sentito parlare del tema del trattamento dei dati personali online, anche per tutte le questioni emerse intorno all’utilizzo della App Immuni – solo un italiano .su 2 dichiara di essersi informato attivamente a riguardo. Esaminando i dati in base all’età anagrafica, non sorprende che  la metà dei soggetti informati abbia tra i 35 ed i 54 anni. Gli utenti più in là negli anni, invece, sembra avere meno dimestichezza con tali tematiche, mentre i più giovani hanno una conoscenza solo superficiale della privacy online. Però, anche se c’è l’ammissione di saperne poco in merito, i nostri connazionali sono abbastanza preoccupati per la loro privacy: oltre l’80% degli intervistati, infatti, esprime dei timori in merito. Ancora, 2 utenti su 3 dicono di non fidarsi a rilasciare i propri dati su siti web. In generale, gli italiani esprimono anche una certa diffidenza nei confronti di tutti quei soggetti istituzionali e commerciali che sul web trattano dati sensibili.

I timori non frenano l’utilizzo dei servizi via web

Eppure, nonostante un po’ di ansia, gli italiani utilizzano alla grande servizi che richiedono i dati personali: l’indagine rivela che 3 persone su 5 accedono al servizio di Internet Banking e oltre 4 su 5 sono iscritti ad almeno un social network. Insomma, il trattamento dei dati personali e la privacy sono una fonte di lieve preoccupazione, ma non abbastanza da non utilizzare i servizi della rete, anzi. Forse non c’è ancora una piena consapevolezza, nel nostro Paese, di cosa sia potenzialmente rischioso e cosa no. Fatto sta che le tracce digitali sono sempre più numerose: ciò significa che al web no, non si può proprio rinunciare.

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