Studio Ipsos: Google, Amazon e Whatsapp sono i marchi più influenti

E’ Google il primo della classifica fra i The Most Influential Brands 2019, lo studio annuale che Ipsos, intervistando 4.550 italiani, realizza per scoprire quali siano i marchi in grado di influenzare maggiormente la vita delle persone. Sul podio, alle spalle del colosso di Mountain View, ci sono Amazon e Whatsapp. Alle loro spalle, marchi di primissimo piano come, nell’ordine, PayPal, Microsoft, YouTube, Samsung, FaceBook, Mulino Bianco e Visa. Rispetto all’anno scorso, la composizione del podio è invariata, mentre FaceBook è scesa dal quinto all’ottavo posto, forse per effetto dello scandalo Cambridge Analytica.

Esce Ikea (nel 2018 decima e ora tredicesima) mentre arriva il Mulino Bianco, unica azienda italiana del food presente nella top ten (nel 2018 solo diciannovesima). Instagram è al quarto posto per la Generazione Z (15- 21 anni), ma non compare in nessun’altra top ten per fasce di età. Netflix è al decimo posto per la Gen Z e alla sesta posizione per i Millennial (22-35). Nutella che pur non comparendo nel ranking generale, è al sesto posto per la GenZ, al nono per i Millennial e al decimo per i Boomers, cioè le persone tra i 53 e i 71 anni. 

I parametri che decretano il “potere”

Sono Trustworthy (fiducia, affidabilità), Engagement (coinvolgimento), Leading Edge (innovazione, capacità di far tendenza), Corporate Citizenship (impegno e ruolo sociale), Presence (presenza) i cinque fattori presi in esame da Ipsos per determinare l’influenza di una marca. Anche nel ranking MIB 2019 i fattori che più pesano nel far sì che un brand venga considerato influente dai consumatori sono la capacità dell’azienda di saper coinvolgere (30%), la sua propensione all’innovazione (27%) e la fiducia e il senso di affidabilità delle persone rispetto al brand (26%). Non stupisce quindi che nella top ten siano presenti ancora una volta tutti i big della digital economy e del tech.

Aumenta il peso dell’impegno sociale

Tra i cambiamenti più significativi all’interno delle opinioni espresse dagli intervistati spicca la crescita costante verso tematiche universali, quali ad esempio l’ambiente, i diritti umani e la gender equality. L’opinione pubblica e in generale le persone iniziano a chiedere alla politica, alle istituzioni, ai decison makers e quindi anche alle aziende, un’assunzione di responsabilità verso questi temi.  A riprova di questa tendenza in atto, nell’edizione 2019 dello studio ben il 60% degli italiani afferma infatti di sentire il bisogno di aziende che svolgano un ruolo attivo in ambito sociale, culturale e politico. Ai brand si chiede di prendere posizione senza temere le conseguenze: lo pensa il 62% degli intervistati d’accordo nell’affermare che se un’azienda sceglie di prendere una posizione forte su un tema sociale o politico non deve temere di perdere consenso o parte della clientela. Anzi, il 79% crede che sia possibile per una marca sostenere una buona causa e guadagnare allo stesso tempo.

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