Curiosità, economia, tecnologia.

Consumi: la spesa dei turisti stranieri nei pubblici esercizi supera i livelli pre-pandemia

È quanto emerge dai dati elaborati da Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi aderenti a Confesercenti, sulla base di elaborazioni su dati del CER e del Centro Studi Turistici di Firenze. La spesa al bar e al ristorante dei viaggiatori stranieri in Italia costituisce il 33% dei loro consumi complessivi, che nel 2023 dovrebbero aver toccato quota 42 miliardi di euro, +7,8% rispetto al 2022.

Nel 2023 hanno visitato il nostro Paese oltre 65 milioni di stranieri, spendendo in media oltre 212 euro a persona in colazioni, pranzi, cene e aperitivi, per un totale di oltre 13,8 miliardi di euro. L’ammontare più alto dal 2019.
Insomma, una massa di vacanzieri nel 2023 ha mostrato di apprezzare il nostro Paese, non solo per le città, i borghi d’arte o le spiagge, ma anche per lo stile di vita. Soprattutto la cucina.

I tedeschi consumano di più

La spesa dei turisti stranieri nei pubblici esercizi è la seconda voce in assoluto dei visitatori esteri in Italia. Subito dopo l’alloggio, che ne assorbe il 36%, per un totale di oltre 15,1 miliardi di euro.
Seguono i trasporti (11%, 4,6 miliardi), ma anche lo shopping nei nostri negozi, cui i turisti hanno destinato circa 4,2 miliardi (10%). Circa il 6%, poco più di 2,5 miliardi, è stato destinato invece ad attività ricreative e culturali, mentre quasi 1,7 miliardi sono stati assorbiti per altre attività e servizi.

In generale, a consumare di più, per un totale complessivo di 6,8 miliardi di euro, sono i turisti tedeschi. Al secondo posto i visitatori in arrivo dagli USA (5,2 miliardi), seguiti da Regno Unito (3,8 miliardi), Francia (3,6 miliardi), Austria (2,1 miliardi), Spagna (1,8 miliardi) e Svizzera (1,6 miliardi).

Una parziale compensazione con il rallentamento della domanda interna

Seguono i viaggiatori del Canada (1 miliardo) e del Giappone (550 milioni), mentre la spesa dei Russi si ferma a 210 milioni. I restanti 15,34 miliardi di euro, invece, arrivano dai viaggiatori degli altri Paesi.

“I viaggiatori stranieri spendono un euro su tre in un pubblico esercizio – commenta Giancarlo Banchieri, Presidente Fiepet Confesercenti -. Una preferenza che ha permesso, nelle mete turistiche, di compensare in parte il rallentamento della domanda italiana e l’aumento dei costi di attività. E che conferma il ruolo fondamentale che i nostri bar, ristoranti, pizzerie e pub svolgono nel nostro turismo”.

L’Italia attira foodie e amanti della buona cucina

“Il sistema dei pubblici esercizi italiani ha caratteristiche uniche al mondo. A partire dalla numerosità, oltre 340mila imprese, dovuta alla scarsa penetrazione delle grandi catene e dalla prevalenza di locali indipendenti e a gestione familiare. Realtà spesso legate alla cucina tradizionale locale, che generano una varietà di offerta sul territorio unica, che rende l’Italia tra le mete più ambite per i viaggi ‘a scopo enogastronomico’ di foodie e turisti amanti della buona cucina – aggiunge Banchieri -. Anche grazie all’aumento di dehors e tavoli all’aperto: un ampliamento avvenuto per ragioni di sicurezza pubblica con la pandemia, ma che è diventato una delle modalità di consumo più gradite”.

Il mercato digitale italiano? Cresce più del PIL

La dinamica del mercato digitale italiano continua a segnare una decisa crescita, superando persino l’andamento dell’economia nel suo complesso. Si prevede che entro il 2026 il comparto raggiungerà oltre i 90 miliardi di euro, confermando il suo ruolo centrale nello sviluppo dell’economia del Paese.

ICT e gli altri servizi trainanti

Nel 2023, nonostante le difficoltà e crisi a livello globale, il mercato digitale si è dimostrato in ottima salute, con un forte aumento del 2,8% negli ultimi dodici mesi. I settori trainanti sono stati i Servizi ICT (+9%), Contenuti e pubblicità digitale (+5,9%) e Software e soluzioni ICT (+5,8%), sottolineando la resilienza del digitale anche di fronte alle incertezze mondiali.

Il presidente di Anitec-Assinform, Marco Gay, sottolinea che nonostante l’instabilità economica, il mercato digitale mantiene il suo ruolo chiave nell’innovazione e nello sviluppo economico. Nel 2023, con la diffusione di tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa e ChatGPT, l’IA ha ottenuto attenzione a livello accademico, istituzionale e commerciale, considerata finalmente come una forza rivoluzionaria in grado di affrontare sfide complesse e potenziare le capacità umane.

Valore di 38.106 milioni di euro nei primi sei mesi del 2023

Nei primi sei mesi del 2023, il mercato digitale ha registrato un valore di 38.106 milioni di euro, con una crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente. I settori in maggiore crescita sono stati Servizi ICT (+8,8%), Contenuti e pubblicità digitale (+6%) e Software e soluzioni ICT (+5,7%).

Le prospettive per i prossimi anni indicano un aumento più sostenuto, con previsioni del +3,8% nel 2024, +4,8% nel 2025 e +5% nel 2026, portando il mercato oltre i 90 miliardi di euro entro quest’ultimo anno.

Il ruolo dei Digital Enabler

I Digital Enabler, in particolare l’intelligenza artificiale, giocheranno un ruolo chiave con una prevista crescita media annua del +28,2% tra il 2023 e il 2026, contribuendo in modo significativo al progresso del mercato digitale italiano. Gay sottolinea che le dinamiche del mercato digitale saranno sempre più legate a fattori che influenzano la trasformazione digitale, l’economia e il capitale umano, evidenziando l’importanza delle nuove competenze digitali e il ruolo delle nuove tecnologie nel raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

La questione cybersicurezza

Il rapporto si concentra anche sulla cibersicurezza e sull’importanza crescente della pubblica amministrazione nel mercato digitale. Nel 2023, gli attacchi informatici sono aumentati, con la spesa per la cybersicurezza in aumento del 13%.

La Pubblica Amministrazione rappresenta uno degli attori principali del mercato digitale, con una prevista crescita del 9,1% nel 2023 e una spesa complessiva di quasi 8 miliardi di euro.

Come ridurre i consumi dell’aria condizionata?

L’aria condizionata è presente in ogni apprtamento o quasi, dato che è la tecnologia per eccellenza in grado di rinfrescare gli ambienti domestici durante la stagione estiva.

Certo, si tratta di un sistema che consuma parecchia corrente, soprattutto quando siamo costretti a tenere più condizionatori accesi nello stesso momento.

Ci sono comunque delle cose che è possibile fare per ridurre i consumi e risparmiare sui costi in bolletta, vediamo quali.

Scegli il condizionatore giusto

Il primo passo per ridurre i consumi dell’aria condizionata è scegliere un condizionatore che possa coniungare efficienza e risparmio, anche in relazione alle caratteristiche del tuo appartamento.

Ecco alcuni fattori da considerare in proposito:

  • La dimensione della stanza o delle stanze che vuoi raffreddare
  • Il livello di isolamento dell’abitazione
  • Le temperature medie della zona in cui vivi

A caratteri generali, possiamo dire che è consigliabile scegliere un condizionatore che abbia una classe energetica A+++ o A++. Questi condizionatori sono più efficienti e consumano meno energia rispetto ai modelli di classe energetica inferiore, sebbene abbiano un costo più alto.

Posiziona il condizionatore correttamente

La posizione del condizionatore è sottovalutata, ma è davvero importante per ottimizzarne il funzionamento e ridurre i consumi.

L’unità interna del condizionatore dovrebbe essere posizionata nella parte alta della parete, ma non attaccata al soffitto, in modo che l’aria fredda possa circolare e distribuirsi uniformemente nell’ambiente.

Meglio ancora sarebbe riuscire a posizionare l’unità interna laddove la frescura possa raggiungere direttamente anche le altre stanze.

Non diminuire troppo la temperatura

La regolazione della temperatura è uno dei fattori più importanti per riuscire a ridurre i consumi quando usiamo l’aria condizionata.

Per consumare meno energia, è preferibile impostare una temperatura che si attesti tra i 25 ed i 27 gradi centigradi.

Un’eccessiva differenza tra la temperatura impostata all’interno e quella presente all’esterno dell’abitazione, infatti, richiederà al condizionatore un maggiore sforzo per raffreddare l’ambiente, aumentando i consumi.

Chiude porte e finestre

Quando accendi il condizionatore, è importante chiudere porte e finestre per evitare che l’aria fredda venga dispersa e soprattutto che l’aria calda possa entrare in casa.

Se devi uscire in balcone per qualche minuto, prova a lasciare solo una piccola fessura aperta così da limitare che avvenga questo fenomeno.

Le finestre invece, andrebbero sempre ben chiuse a meno che tu non voglia far cambiare l’aria qualche minuto.

Usa la funzione deumidificatore

La funzione deumidificatore può essere utile per ridurre l’umidità dell’aria, rendendo l’ambiente più confortevole.

In certe giornate, ad esempio quelle più afose, è proprio l’umidità a farci provare quella sensazione di fastidio e non la temperatura dell’aria in sé.

Tra l’altro, la funzione deumidificatore comporta un minor consumo di energia da parte del condizionatore, in quanto non sarà necessario raffreddare l’aria ma semplicemente eliminarne l’umidità.

Passa ad un impianto di aria condizionata canalizzata

Gli impianti di aria condizionata canalizzata sono certamente una soluzione da considerare per avere frescura in csa senza esagerare con i consumi energetici.

Questi impianti hanno infatti un solo motore che produce aria fresca per tutta la casa, e l’aria fresca viaggia all’interno di apposite tubature nascoste all’interno del controsoffitto.

In questo modo, sarà un solo motore a lavorare per raffrescare una o più stanze, riducendo i così consumi rispetto ad un impianto tradizionale che presenta un motore per ogni unità interna.

Tra l’altro gli impianti di aria condizionata canalizzata sono più efficienti in quanto l’aria fredda viene distribuita in modo uniforme in tutti gli ambienti, evitando così la formazione di zone di calore.

Chiaramente il passaggio ad un impianto di aria condizionata canalizzata può comportare un investimento iniziale maggiore rispetto ad un impianto tradizionale con i cosiddetti monosplit.

Ad ogno modo, i risparmi in bolletta possono essere significativi, soprattutto quando si utilizza l’aria condizionata per diverse ore ogni giorno.

Conclusione

Dunque è possibile ridurre sui consumi dell’aria condizionata e avere bollette più “leggere”, ma a prescindere è importante farne un utilizzo corretto anche per la salute.

Infatti, un’eccessiva differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’abitazione può provocare mal di testa, raffreddore e altri disturbi.

Italia, perchè il settore dei Data Center rappresenta un’enorme opportunità?

In Italia, il mercato della colocation dei Data Center, ovvero la compravendita o l’affitto di infrastrutture per ospitare server e dati delle organizzazioni, ha raggiunto nel 2023 il valore di 654 milioni di euro, registrando un aumento del 10% rispetto al 2022. Si prevede che, in condizioni favorevoli, possa addirittura raddoppiare entro il 2025.

Questo settore ha un impatto significativo sull’economia, generando un indotto collegato ai mercati digitali abilitati da tali infrastrutture.

Milano protagonista dell’ecosistema dei Data Center europei

Le nuove aperture nel 2023 hanno aumentato la potenza energetica nominale attiva in Italia a 430 MW, con Milano che si conferma come il principale polo infrastrutturale del paese con 184 MW. Nonostante sia ancora distante da Francoforte, il capoluogo lombardo si posiziona come un centro di grande interesse rispetto ad altri paesi emergenti nell’ecosistema dei Data Center europei, come Madrid e Varsavia.

I dati emergono dalla prima edizione dell’Osservatorio Data Center, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e presentato all’evento “Data Center Economy: l’Italia a un punto di svolta”.

83 nuove strutture nel 2023

Il contesto italiano nel 2023 ha visto un’accelerazione senza precedenti con l’annuncio di 83 nuove infrastrutture da parte di 23 organizzazioni, con un potenziale investimento complessivo di fino a 15 miliardi di euro entro il 2025. Questo, secondo Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Data Center, rappresenta un’opportunità unica che avrà impatti positivi sul territorio, dalle filiere locali ai comuni.

Cresce l’interesse degli investitori 

La crescita delle infrastrutture territoriali sta cambiando il panorama europeo, tradizionalmente dominato da cinque città. L’Italia, insieme a Polonia, Spagna e Svizzera, sta attirando l’interesse degli investitori, mentre lo sviluppo dell’ecosistema Cloud europeo si orienta verso una logica decentralizzata.

Dal punto di vista dimensionale, la maggior parte dei Data Center italiani è di media o piccola potenza, ma si prevede una maggiore concentrazione di aperture nell’alta potenza nei prossimi anni. La Lombardia, in particolare Milano, rimane il primo polo infrastrutturale, seguita da Roma che sta emergendo come secondo polo, seppur con numeri inferiori.

Le sfide da affrontare 

Tuttavia, l’Italia deve affrontare alcune sfide. Il settore dei Data Center non è ancora riconosciuto a livello regolatorio, creando incertezze e rallentamenti burocratici. È fondamentale definire norme specifiche e una procedura chiara per l’apertura di nuovi Data Center, soprattutto quelli di potenza superiore ai 10 MW.

La collaborazione tra attori del mercato e enti preposti sarà essenziale per garantire una crescita sostenibile e rendere l’Italia un punto chiave nell’infrastruttura digitale europea e mediterranea.

Attivo l’IT Wallet, il nuovo portafoglio digitale per la gestione dei documenti 

Obiettivo, facilitare il rapporto tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione, ma anche velocizzare e semplificare l’accesso ai servizi digitali. È quanto si prefigge il nuovo It Wallet, lo strumento digitale che rivoluzionerà l’accesso ai servizi pubblici e privati per tutti gli italiani, e che arriverà a metà del 2024. 
Il nuovo portafoglio digitale sarà disponibile all’interno dell’app IO, la piattaforma che consente di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e delle organizzazioni ed enti privati aderenti al servizio.

L’It Wallet, di fatto, è la soluzione elettronica che permetterà a cittadine e cittadini di conservare e utilizzare sullo smartphone, in modo semplice e sicuro, tutti i propri documenti digitali, come la Carta d’identità elettronica, la tessera sanitaria, la patente di guida e la carta europea della disabilità.

Restano aperti i canali tradizionali di comunicazione con la Pubblica Amministrazione 

Inoltre, in futuro il portafoglio digitale sarà integrato con i sistemi di identità digitale europei, consentendo quindi ai cittadini e alle cittadine di usufruire dei servizi online anche negli altri Paesi dell’Unione Europea.

Nel frattempo, sarà certamente fondamentale garantire l’accessibilità anche ai cittadini meno avvezzi alla tecnologia, e mantenere funzionanti i canali tradizionali di comunicazione con la Pubblica Amministrazione.
In questo modo, viene reso più agevole il processo di digitalizzazione e modernizzazione della ‘macchina Stato’.

I documenti saranno protetti da un codice o tramite impronta digitale

L’It Wallet funzionerà attraverso l’app IO, e per l’accesso richiederà l’uso dello Spid o della Carta d’identità elettronica (Cie).

I documenti saranno protetti da codice o impronta digitale e potranno essere bloccati in caso di furto o smarrimento del telefono.
Oltre a essere più sicuro, It Wallet renderà certamente più pratico anchemostrare i documenti, senza la necessità di portare con sé documenti fisici.

Entro il 2025 diventerà l’unica identità digitale nazionale, ma è in arrivo anche il portafoglio digitale europeo

La versione dimostrativa di It Wallet verrà rilasciata entro il 30 giugno 2024, e cui seguirà la versione definitiva entro la fine dell’anno.
Entro il 2025, poi, l’It Wallet diventerà l’unica identità digitale nazionale, ed entro il 2026, verrà realizzato il portafoglio digitale europeo.

Per prepararsi all’arrivo di It Wallet, riporta Adnkronos, si consiglia anzitutto di scaricare l’app IO e registrarsi con lo Spid o la Cie.
Quindi, verificare la validità e l’aggiornamento dei documenti e seguire le informazioni ufficiali sulle novità di It Wallet.

Acquisti on line, come evitare truffe con sconti e saldi?

Nel periodo festivo, gli italiani hanno manifestato una preferenza marcata per gli acquisti online. Questa modalità di shopping ha registrato un incremento del 23% rispetto al 2022. La spesa pro-capite ha visto un aumento del 5%, un chiaro segnale di un atteggiamento sempre più favorevole verso il commercio elettronico. L’analisi dei dati forniti dalla banca online N26 relativa al periodo natalizio del 2023 ha evidenziato un incremento del 5% della spesa pro-capite rispetto all’anno precedente, con il 42% delle transazioni effettuate online. La spesa media online è cresciuta del 24% rispetto al 2022, in contrasto con gli acquisti in negozi fisici (-7%) e l’utilizzo di contanti (-5%).

Nonostante questa crescente tendenza agli acquisti online, la sicurezza rappresenta una preoccupazione fondamentale, poiché i consumatori sono esposti al rischio di truffe e frodi. Il team Trust & Safety di N26 ha stilato una serie di consigli utili per garantire una shopping experience online sicura in questa nuova stagione di saldi invernali.

Come effettuare acquisti sicuri

Acquistare da negozi “di fiducia” è fondamentale per garantirsi un livello di sicurezza elevato. Si consiglia di preferire siti che utilizzano tecnologie avanzate per la codifica delle informazioni sensibili, come i numeri delle carte di credito o di debito. Inoltre, è importante prestare attenzione ai negozi fake, riconoscibili da offerte incredibili e controllare la qualità delle immagini, la progettazione della pagina e l’autenticità delle recensioni.

Ancora, è opportuno cercare il lucchetto SSL nel campo dell’indirizzo URL, che assicura la cifratura delle informazioni personali. La presenza di HTTPS anziché HTTP indica un sito sicuro. Andrebbe comunque controllato regolarmente l’estratto conto bancario, così da identificare e prevenire transazioni fraudolente.

Come evitare truffe post acquisto 

Dopo l’acquisto, conviene monitorare i messaggi che arrivano. La formattazione imprecisa o errori grammaticali nei messaggi di posta elettronica o SMS può rivelare tentativi di phishing. Bisognerebbe inoltre esaminare attentamente l’indirizzo email o il numero del mittente, poiché i truffatori spesso utilizzano informazioni contraffatte.

Infine, è importante prestare attenzione al linguaggio coercitivo o urgente nei messaggi, in quanto è una tattica comune utilizzata dai truffatori per spingere le vittime ad agire rapidamente.

La comunicazione con la banca come linea di difesa

In caso di dubbi o campanelli d’allarme, la consultazione con la propria banca rappresenta la migliore strategia di difesa. Con le giuste precauzioni, lo shopping online può rimanere un piacevole momento, consentendo di beneficiare di sconti e promozioni nel periodo natalizio.

Fake news, come possono ingannarci le ricerche online?

Una ricerca condotta negli Stati Uniti da Kevin Aslett e dal suo team presso l’Università della Florida Centrale ha coinvolto più di 3.000 partecipanti e ha svelato il rischio insidioso nell’uso dei motori di ricerca online. Valutare notizie false attraverso questi strumenti potrebbe farci credere ancor di più a informazioni errate.
In pratica, tentare di approfondire un argomento o una notizia sul web spesso non aiuta a sfatare le notizie false e costruite ad arte.

Chi cerca di sfatare le fake news e approfondire un argomento cerca prima di tutto su internet, e nel 19% dei casi queste persone tendono a considerare queste notizie come vere rispetto a chi non compie ricerche online. Questo risultato è stato confermato attraverso quattro esperimenti separati condotti da Kevin Aslett e pubblicati su Nature.

Chi cerca sul web è più credulone? Lo sostiene la ricerca americana

I partecipanti allo studio sono stati chiamati a valutare l’accuratezza di notizie recentemente pubblicate, e i risultati hanno rivelato un dato sorprendente. Coloro che sono stati incoraggiati a cercare online per valutare la veridicità delle notizie false erano il 19% più propensi a considerare affermazioni false come vere rispetto a coloro che non sono stati spinti a fare ricerche online.
Questo esperimento è stato ripetuto quattro volte, ottenendo risultati consistenti.

Si tratta di una scoperta che solleva l’allarme sulla fiducia che viene riposta da noi tutti nelle ricerche online, e al contempo, sottolinea l’importanza di essere più critici nella valutazione delle informazioni trovate su Internet.
I ricercatori indicano però che questo fenomeno potrebbe essere causato dalla scarsa qualità delle informazioni ottenute tramite le ricerche effettuate online.

È colpa dei dati di bassa qualità?

In altre parole, le persone potrebbero finire per credere a notizie false semplicemente perché i motori di ricerca forniscono dati di bassa qualità.

In conclusione, lo studio americano sottolinea l’urgente necessità di sviluppare programmi di alfabetizzazione digitale che mettano in guardia sulle trappole delle ricerche online, e promuovano una valutazione più critica delle informazioni.
La fiducia nei motori di ricerca, riporta Agi, va accompagnata quindi a una consapevolezza della qualità delle informazioni che questi ci offrono.

Alla trappola non sfugge neanche ChatGpt

Ma alla trappola non sfugge neanche l’Intelligenza artificiale di ChatGpt, che secondo un altro studio presentato da ricercatori dell’Università di Waterloo in Canada al Workshop Trustworthy Natural Language Processing di Toronto tende a credere alle teorie del complotto.

In ogni caso, è tendenza comune ritenere che a veicolare la disinformazione, in particolare notizie false e teorie del complotto, siano i social network e che l’antidoto contro le false notizie sia quello di fare ricerche online per approfondire e fare poi valutazioni indipendenti, riporta l’Eco di Bergamo.

e-commerce: sul dark web vendesi 30 milioni di dati di utenti italiani

Sono 30 milioni i recapiti telefonici di utenti italiani messi in vendita su un forum del dark web a prezzi accessibili.
Più in particolare, si tratta di pacchetti di dati contenenti volumi considerevoli di informazioni, come nome, cognome, indirizzo e-mail, residenza e domicilio.
I dati potrebbero essere stati utilizzati per condurre campagne malevole in occasione del Black Friday, come phishing e altre operazioni di social engineering.

Lo ha scoperto il team di Cyber Threat Intelligence di Yarix (YCTI), divisione Digital Security di Var Group. Gli accertamenti sull’origine del TA (threat actor) e sulla legittimità/provenienza del data-set sono tutt’ora in corso.

Oltre 66mila dispositivi compromessi in 10 mesi

Il periodo che anticipa il Natale, con le occasioni del Black Friday e del Cyber Monday. rappresenta uno dei momenti più importanti per gli acquisti. Nel 2022, gli italiani hanno speso mediamente 5,3 miliardi di euro nel weekend dedicato allo shopping online, con una media di 169 euro a persona (Coldiretti/Ixe).

Yarix ha pertanto condotto un’indagine sul dark web e i forum underground per analizzare i movimenti dei threat actor e le operazioni malevole in preparazione ai giorni dello shopping natalizio. E tra gennaio e ottobre 2023 ha rilevato oltre 66mila dispositivi compromessi contenenti credenziali di accesso italiane, il 33% riguardanti le principali piattaforme italiane di e-commerce.

Da 100 dollari fino a 1 milione in criptovaluta

In aggiunta all’aumento della vendita di dati relativi a consumatori italiani, sul dark web Yarix ha potuto constatare una continua vendita di exploit e vulnerabilità, alcune delle quali riguardano software utilizzati dalle piattaforme di e-commerce.
I set di dati sono acquistabili partendo da una base di 100 dollari fino ad arrivare al milione di dollari pagati in criptovaluta.

In aumento a ottobre e la prima metà di novembre anche i fake shop (store che riproducono in maniera estremamente fedele gli store originali per sottrarre dati personali e di pagamento) del settore fashion.
Rispetto allo stesso periodo del 2022, è stato registrato un incremento complessivo del 50%.

Attenti agli Initial Access Brokers

“I cybercriminali – spiega Mirko Gatto, ceo di Yarix – attraverso truffe di vario tipo, più o meno articolate, riescono a sottrarre una mole sempre maggiore di dati da rivendere sul dark web. I Threat Actor rivendono poi i dati sottratti e organizzati in banche dati attraverso forum e black market nel dark web, basandosi sugli interessi dei compratori fraudolenti. Il bottino ha un prezzo irrisorio, sempre più accessibile a una tipologia specifica di crimine che ha come obiettivo l’appropriazione di credenziali di utenti privati. Parliamo di un fenomeno in costante e preoccupante crescita, tanto da aver determinato l’importanza di una specifica categoria di criminali informatici, denominata Initial Access Brokers (IAB), il cui ruolo consiste appunto nella vendita di punti di ingresso al perimetro informatico di aziende e organizzazioni”.

Google trends 2023, chi sale e chi scende nelle ricerche

Come di consueto, ogni anno, Google stile la classifica delle parole e dei temi più cercati. La lista del 2023 riserva anche qualche sorpresa. Ad esempio, proprio sul finire dell’anno, il tennis ha registrato un boom di clic. In questo periodo, infatti, l’Italia ha vissuto un trionfo storico nella Coppa Davis, e non stupisce che Jannik Sinner abbia ottenuto l’aumento più significativo nelle ricerche su Google, superando altri personaggi come Romelu Lukaku e l’artista Peppino di Capri.
Il bilancio annuale tracciato dal motore di ricerca riflette anche l’attenzione degli italiani agli eventi attuali, specialmente dopo l’attacco del 7 ottobre, quando numerosi cittadini si sono precipitati online per informarsi su Hamas.

Addii ed entertainment

La classifica del 2023 presenta una sorpresa nella categoria ‘Addii’, con Maurizio Costanzo che supera inaspettatamente Silvio Berlusconi e Matteo Messina Denaro. Tra i film più ricercati, ‘Oppenheimer’ ha battuto concorrenti come ‘Barbie’ e ‘C’è ancora domani’, mentre nelle serie TV, il boom di ricerche ha premiato ‘Mare Fuori’. Nella categoria attrici-scrittrici, Chiara Francini si è imposta davanti a Luisa Ranieri, mentre tra i cantanti, Rosa Chemical ha superato nomi noti come Fedez e Marco Mengoni. Quest’ultimo, tuttavia, ha ottenuto la rivincita tra le canzoni più cercate con ‘Due vite’, trionfante a Sanremo.

Lenticchie in risalita e ricerche globali

In Italia, gli utenti hanno mostrato un aumento nelle ricerche sulle lenticchie, superando persino i bigoli. Nel 2023, Google ha festeggiato il suo 25° compleanno, ripercorrendo le tendenze che hanno suscitato la curiosità degli utenti nel corso degli anni. La classifica conferma la predilezione per i Beatles come la rock band più cercata di sempre, con Leonardo da Vinci come artista più ricercato (e la Monna Lisa che vince fra le opere), e Cristiano Ronaldo come l’atleta più googlato.
Nel mondo dello sport, il calcio trionfa, mentre Taylor Swift si aggiudica la palma del nome più cliccato anche nella categoria cantautori/cantautrici.

Cosa significa?

La classifica dei significati su Google nel 2023 mostra i termini più cercati per “cosa significa?”. Ai primi posti figurano le espressioni lutto nazionale, transgender, Papa emerito, armocromista e, inoltre, Apayinye, una parola nata su TikTok utilizzata come risposta a chi non comprende una domanda.
Per quanto riguarda le ricette più popolari tra gli italiani, spiccano le lenticchie, i bigoli e lo scammaro, un piatto tipico napoletano.

Smart working, le novità del 2024 

Nel contesto del lavoro agile, un tema ancora molto dinamico, il 2024 si prospetta ricco di novità, grazie a un emendamento approvato durante la fase di conversione in legge del Decreto Anticipi presso la commissione Bilancio del Senato. Le principali modifiche coinvolgono i dipendenti del settore privato con figli minori e coloro che sono considerati lavoratori ‘fragili’.

Le opzioni per i genitori e per i lavoratori fragili 

Per quanto riguarda i genitori impiegati nel settore privato con figli fino ai 14 anni, è stato introdotto il diritto di aderire allo smart working fino al 31 marzo 2024. Questa opportunità è condizionata dalla compatibilità delle mansioni con tale modalità di lavoro, senza alcuna previsione di cambi di ruolo. Inoltre, entrambi i genitori devono essere occupati e non beneficiari di sostegno al reddito. Tuttavia, è importante notare che tale emendamento è ancora in attesa di una definitiva approvazione per diventare operativo.

Per i lavoratori definiti ‘fragili’, il diritto allo smart working è garantito solo fino al 31 dicembre 2023. Nonostante le aspettative di possibili proroghe, al momento non sono stati comunicati aggiornamenti in merito. Per i cosiddetti ‘super fragili’, individuati dal decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, è contemplata la possibilità di cambiare mansione nel caso in cui il loro ruolo non sia adatto al lavoro da remoto.

Quali sono le regole attuali

Per fare un po’ di chiarezza, è interessante effettuare un breve “recapito” sulle normi attualmente in vigore. 
Nel settore privato, l’adozione dello smart working non è obbligatoria per le aziende. In caso di implementazione, è richiesto un accordo individuale con i dipendenti, la trasmissione dei dati al Ministero del Lavoro e il rispetto delle norme legali.
Per i dipendenti privati con figli fino a 14 anni, è consentito lo smart working fino al 31 marzo 2024, purché sia compatibile con la loro mansione e l’altro genitore sia impiegato.
I lavoratori ‘fragili’ possono usufruire dello smart working fino al 31 dicembre 2023, con la possibilità di cambio di mansione per i ‘super fragili’.

Possibili ulteriori modifiche

La legge di conversione del Decreto Anticipi è attualmente in discussione al Senato e successivamente dovrà essere approvata anche dalla Camera entro il 18 dicembre. Si lascia aperta la possibilità di ulteriori modifiche nella regolamentazione dello smart working. Che, in ogni caso, è una modalità destinata a rimanere.